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Non si trovano più Ninfe o Satiri per li boschi; i pastori
han perduto il cantare; i greggi e gli armenti appena pa-
scono per li prati, e coi lutulenti piedi per isdegno con-
turbano i liquidi fonti, né si degnano, vedendosi manca-
re il latte, di nudrire più i parti loro. Le fiere similmente
abandonano le usate caverne; gli ucelli fuggono dai dol-
ci nidi; i duri et insensati alberi inanzi a la debita matu-
rezza gettano i lor frutti per terra; e i teneri fiori per le
meste campagne tutti communemente ammarciscono.
Le misere api dentro ai loro favi lasciano imperfetto pe-
rire lo incominciato mèle. Ogni cosa si perde, ogni spe-
ranza è mancata, ogni consolazione è morta. 5 Non ti ri-
mane altro omai, sampogna mia, se non dolerti, e notte e
giorno con ostinata perseveranza attristarti. Attrìstati
Letteratura italiana Einaudi 143
Iacobo Sannazaro - Arcadia
adunque, dolorosissima; e quanto più puoi, de la avara
morte, del sordo cielo, de le crude stelle, e de tuoi fati
iniquissimi ti lamenta. E se tra questi rami il vento per
aventura movendoti ti donasse spirito, non far mai altro
che gridare, mentre quel fiato ti basta. 6 Né ti curare, se
alcuno usato forse di udire più esquisiti suoni, con
ischifo gusto schernisse la tua bassezza o ti chiamasse
rozza; ché veramente, se ben pensi, questa è la tua pro-
pria e principalissima lode, pur che da boschi e da luo-
ghi a te convenienti non ti diparta. Ove ancora so che
non mancheran di quegli, che con acuto giudicio esami-
nando le tue parole, dicano te in qualche luogo non be-
ne aver servate le leggi de pastori, né convenirsi ad alcu-
no passar più avanti che a lui si appertiene. A questi,
confessando ingenuamente la tua colpa, voglio che ri-
spondi, niuno aratore trovarsi mai sì esperto nel far de
solchi, che sempre prometter si possa, senza deviare, di
menarli tutti dritti. Benché a te non picciola scusa fia, lo
essere in questo secolo stata prima a risvegliare le ador-
mentate selve, et a mostrare a pastori di cantare le già
dimenticate canzoni. Tanto più che colui il quale ti com-
pose di queste canne, quando in Arcadia venne, non co-
me rustico pastore ma come coltissimo giovene, benché
sconosciuto e peregrino di amore, vi si condusse. Senza
che in altri tempi sono già stati pastori sì audaci, che in-
sino a le orecchie de romani consuli han sospinto il loro
stile; sotto l ombra de quali potrai tu, sampogna mia,
molto ben coprirti e difendere animosamente la tua ra-
gione. 7 Ma se forse per sòrte alcun altro ti verrà avanti
di più benigna natura, il quale con pietà ascoltandoti
mandi fuori qualche amica lacrimetta, porgi subitamen-
te per lui efficaci preghi a Dio, che ne la sua felicità con-
servandolo, da queste nostre miserie lo allontane. Ché
veramente chi de le altrui avversità si dole, di se mede-
smo si ricorda. Ma questi io dubito saranno rari e quasi
bianche cornici; trovandosi in assai maggior numero co-
Letteratura italiana Einaudi 144
Iacobo Sannazaro - Arcadia
piosa la turba de detrattori. Incontra ai quali io non so
pensare quali altre arme dar mi ti possa, se non pregarti
caramente, che quanto più puoi rendendoti umile, a su-
stinere con pazienzia le lor percosse ti disponghi. Ben-
ché mi pare esser certo, che tal fatica a te non fia neces-
saria, se tu tra le selve, sì come io ti impongo,
secretamente e senza pompe star ti vorrai. Con ciò sia
cosa che chi non sale, non teme di cadere; e chi cade nel
piano, il che rare volte adiviene, con picciolo agiuto de
la propria mano, senza danno si rileva. Onde per cosa
vera et indubitata tener ti puoi, che chi più di nascoso e
più lontano da la moltitudine vive, miglior vive; e colui
tra mortali si può con più verità chiamar beato, che sen-
za invidia de le altrui grandezze, con modesto animo de
la sua fortuna si contenta.
Letteratura italiana Einaudi 145 [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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